L’EMDR è un approccio terapeutico di comprovata efficacia in grado di aiutare le persone a rielaborare eventi dolorosi e traumatici in tempi brevi con altissime percentuali di successo.

Ripetiamo ciò che non ripariamo

Christine Langley-Obaugh

L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un trattamento psicoterapeutico di comprovata evidenza scientifica, raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la cura dei disturbi post-traumatici.
La sua applicazione non è tuttavia limitata al solo ambito traumatico: l’EMDR è infatti comunemente impiegato per diversi disturbi come ansia, depressione, disturbi alimentari e in generale per ogni sofferenza psicologica.
L’EMDR inoltre, viene impiegato anche al di là dell’ambito clinico, per ampliare le risorse e migliorare le prestazioni nel lavoro, nello sport e nello spettacolo.

L’EMDR è un trattamento nato in America alla fine degli anni ’80 ad opera della psicologa Francine Shapiro.

Dopo la  sua scoperta, avvenuta in modo del tutto fortuito, sono stati svolti moltissimi studi per comprenderne il funzionamento e studiarne l’efficacia. In poco tempo, l’EMDR è divenuto il principale trattamento per il trauma, tanto che, dal 2013, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne ha raccomandato l’utilizzo per il Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) e per i disturbi ad esso correlati.

Nel corso degli anni la ricerca scientifica ha fatto ulteriori e decisivi passi e oggi l’EMDR è divenuto un trattamento psicoterapeutico comunemente utilizzato per lavorare su moltissimi disturbi come depressione, ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbi di personalità.

L’EMDR è il trattamento d’elezione per l’elaborazione di tutte le reazioni e i disturbi che derivano da un evento traumatico.
Inizialmente ideato per il Disturbo Post Traumatico da Stress, l’EMDR è successivamente stato impiegato in tutti i disturbi psicologici.
Oggi infatti è comunemente condivisa l’idea che il problema con cui la persona arriva in terapia derivi da esperienze traumatiche. Sappiamo infatti che esistono due tipi di traumi: i traumi definiti con la “T maiuscola” e i traumi con la “t minuscola”.
I primi sono quelli conseguenti a eventi del tutto straordinari, spesso inaspettati e improvvisi, che rappresentano una minaccia per la persona. Alcuni esempi: violenze, stupri, abusi, incidenti, catastrofi naturali o provocate dall’uomo (terrorismo).
I traumi con la “t minuscola”sono invece traumi minori, piccoli e grandi eventi della vita soggettivamente disturbanti che, sebbene non siano vissuti con sentimenti di minaccia, non possono essere rielaborati. Sono esempi di traumi con la “t minuscola” le prese in giro, le umiliazioni, le perdite importanti, le separazioni.
Nonostante si tratti di eventi molto diversi tra loro, oggi sappiamo che il cervello reagisce a entrambe le situazioni con la stessa modalità: blocca o congela l’informazione dolorosa ,non permettendo l’elaborazione del trauma.
Lavorare con l’EMDR consente di rielaborare e riprocessare l’informazione disfunzionale, permettendo così il superamento della conseguente sofferenza psicologica.

La terapia EMDR si fonda sul Modello di elaborazione adattiva dell’informazione (AIP) ,secondo cui gli esseri umani sarebbero dotati di un’innata predisposizione a guarire le ferite emotive, così come accade per quelle fisiche. In ognuno di noi vi sarebbe un sistema di elaborazione delle informazioni che ha lo scopo di elaborare gli eventi, disturbanti e non, per mantenere uno stato di salute mentale.
Nella vita di tutti giorni le informazioni, sotto forma di pensieri, emozioni, sensazioni fisiche, vengono immagazzinate in reti di memoria. In condizioni normali queste informazioni in entrata vengono elaborate e si integrano in maniera funzionale alle informazioni già presenti nel cervello.
Gli eventi traumatici bloccano tuttavia la normale integrazione delle informazioni in entrata,  “congelano” in memoria gli elementi connessi alla situazione traumatica che, non potendo essere rielaborati, si riattivano periodicamente generando stress e sofferenza psicologica.

L’EMDR, attraverso la stimolazione bilaterale, va ad agire su queste informazioni “congelate”, riattivando il fisiologico ed innato meccanismo di elaborazione dell’informazione e creando nuove associazioni tra le informazioni traumatiche e i contenuti adattivi presenti in memoria. Ciò consente di rielaborare l’esperienza dolorosa, integrando il suo contenuto in una prospettiva più adattiva e funzionale.

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