La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) si fonda su un modello che postula l’esistenza di una complessa relazione tra emozioni, comportamenti e pensieri.
 Essa ipotizza che le reazioni delle persone dipendano dalla loro percezione degli eventi: non è la situazione in sé a determinare ciò che le persone provano e fanno, ma piuttosto il modo in cui esse interpretano l’esperienza stessa.
Riconoscere e, talvolta, cambiare “le lenti con cui guardiamo il problema” sono le tappe nel percorso della terapia cognitiva comportamentale.

L’unico modo per risolvere un problema è attraversarlo.

Anonimo

LA CBT è una psicoterapia finalizzata a promuovere un cambiamento positivo nelle persone, per alleviare alcune forme di sofferenza emotiva e per affrontare numerosi problemi di carattere psicologico, sociale o comportamentale.
La CBT è uno dei più importanti orientamenti psicoterapeutici e rappresenta per le cure un paradigma che deriva dai modelli cognitivi e comportamentali della mente e del comportamento umano.
In psicoterapia, il lavoro è fondato sull’integrazione e la combinazione di due aree di grande importanza: quella cognitiva e quella comportamentale
Il lavoro sulla componente cognitiva si focalizza sui pensieri e le modalità di ragionamento  che sono in stretta relazione con comportamenti disfunzionali ed emozioni negative, per integrarli e riorganizzarli, rendendoli più adeguati e funzionali al benessere psicologico della persona.
Il lavoro sulla componente comportamentale si focalizza sulle reazioni legate a esperienze di disagio, difficoltà, emozioni negative. Lo scopo è quello di modificarle, grazie all’apprendimento di nuove modalità di azione, affinché diventino più funzionali al benessere e alla qualità della vita della persona.

La terapia cognitivo-comportamentale:

  • si basa su una formulazione sempre in evoluzione dei problemi presentati dalla persona e pertanto personalizzata rispetto ad ogni individuo.
  • si fonda su una forte alleanza tra la persona e il terapeuta.
  • enfatizza la collaborazione e la partecipazione attiva della persona per affrontare la situazione problematica. Terapeuta e paziente formeranno una squadra che mira alla soluzione del problema.
  • è orientata all’obiettivo e focalizzata sul problema.
  • è centrata sul presente.
  • è educativa, mira a insegnare alla persona a essere il terapeuta di se stesso, elemento fondamentale per la prevenzione delle ricadute.
    mira ad essere limitata nel tempo. La durata della terapia può variare solitamente da alcune settimane a un anno, a seconda della gravità e della tipologia dei disturbi psicologici. In qualche caso può durare anche più di un anno.
Sono previsti, dopo la fine della terapia, degli incontri di follow-up in cui, con una cadenza prestabilita  diluita nel tempo (da alcune settimane a un anno), si valutano insieme al paziente gli esiti della psicoterapia e il percorso post-psicoterapia.
Lo psicoterapeuta rimane comunque a disposizione, nel caso si dovessero presentare problemi o dovessero emergere nuove difficoltà.
  • le sedute hanno una struttura ben definita e, tra una seduta e l’altra, al paziente è richiesto un lavoro quotidiano a casa.
  • è fondata scientificamente. Migliaia di ricerche basate su studi rigorosi hanno dimostrato che la psicoterapia cognitiva e comportamentale è efficace nel trattamento e nella cura della maggior parte dei disturbi psicologici, quali ad esempio ansia, depressione, attacchi di panico e fobie.
  • è pratica ed efficace. Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi  psicologici concreti. Utilizza molte tecniche orientate a far sì che la persona sviluppi competenze utili a riconoscere pensieri, emozioni, sensazioni e comportamenti disfunzionali, scegliendo di conseguenza la modalità utile per farvi fronte in modo funzionale e in sintonia con i propri valori.

Nell’ultimo decennio la Terapia Cognitivo Comportamentale ha avuto un notevole sviluppo. Dai presupposti storici di questo modello sono nate nuove correnti di studio, dette di Terza Generazione (come l’ACT – Acceptance e Commitment Therapy), utili applicazioni della Mindfulness.
Il panorama si sta ampliando e integrando, per offrire ai pazienti un trattamento mirato ed efficace per la cura della sofferenza psicologica.

La Acceptance and Commitment Therapy (ACT), che in italiano potrebbe essere tradotta “Terapia legata all’accettazione e all’impegno”, è un intervento psicologico e psicoterapeutico sviluppato all’interno di una cornice teorica e filosofica coerente e basato su evidenze sperimentali. Usa la mindfulness e strategie di accettazione, impegno all’azione e modificazione del comportamento, per incrementare la flessibilità psicologica e aiutare le persone a vivere diversamente la propria sofferenza psicologica.

Obiettivo dell’ACT è aiutare il paziente a scegliere di agire in modo efficace in presenza di eventi privati difficili, con comportamenti concreti e in linea con i propri valori. L’obiettivo che si prefigge questo approccio è modificare la funzione che il comportamento problematico assume per l’individuo nel contesto in cui si trova.

Le tecniche terapeutiche dell’ACT, hanno lo scopo di far sì che le esperienze private del soggetto vengano semplicemente considerate come ciò che in effetti sono (ricordi, sensazioni, pensieri…) e non come dati di fatto che controllano e determinano le azioni.

Il modello ACT, anche se di recente concettualizzazione, negli ultimi anni sta riscontrando sempre maggiore attenzione nel panorama scientifico mondiale, come dimostra il notevole incremento di pubblicazioni e di studi sull’argomento.

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